Quando si acquista un immobile è importante tenere conto anche dell’imposta di registro. Può capitare di comprare un immobile usufruendo delle agevolazioni sull’acquisto della prima casa, per poi decidere di cambiare abitazione e dunque trovarsi a voler vendere la casa prima dei cinque anni dall’acquisto. In tale circostanza si rischia di perdere l’agevolazione in precedenza ottenuta, a meno che entro un anno non si acquisti un nuovo immobile con i requisiti per diventare prima casa. L’acquisto di tale nuova abitazione dà diritto a un credito denominato imposta di registro sulla prima casa. Vediamo di cosa si tratta in questo articolo.
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Che cos’è l’imposta di registro
L’imposta di registro – la cui applicazione è regolata dal DPR n. 131/1986 – è un’imposta che si versa allo Stato per la registrazione di un atto pubblico o privato. Si tratta di un’imposta indiretta, poiché si applica alla ricchezza trasferita e non a quella prodotta, e come imposta indiretta è alternativa all’IVA, infatti normalmente l’imposta di registro non si applica sulle operazioni soggette a IVA.
L’imposta di registro si calcola applicando un’aliquota percentuale o in misura fissa, in base a tariffe stabilite dalla legge, e la base imponibile cambia a seconda del tipo di atto. In particolare, per compravendite sulla prima casa l’imposta di registro varia a seconda che l’acquisto sia effettuato da privato o da società: nel primo caso la tassa si versa direttamente al notaio, che provvederà poi a versarla allo Stato, ed è prevista un’aliquota proporzionale del 2% sul valore dell’immobile; anche nel secondo caso l’imposta va pagata al notaio, ma è prevista l’applicazione dell’IVA agevolata al 4% sul valore dell’immobile.
Quando si ha diritto al credito d’imposta di registro sulla prima casa?
In base all’articolo 7 della legge 448/1998 – che ha introdotto il credito d’imposta nella compravendita immobiliare ad uso abitativo – una parte delle imposte versate all’acquisto della prima casa possano generare un credito da utilizzare in detrazione fiscale in caso di un successivo acquisto.
Per ricevere questo credito, il cliente deve vendere una casa acquistata con le agevolazioni fiscali entro un anno dal primo acquisto matura nei confronti del Fisco un credito d’imposta di registro sulla prima casa, che potrà sfruttare in una nuova compravendita di un immobile non di lusso (o per altre compensazioni). Tale credito sarà pari al valore minore tra l’imposta di registro o l’IVA sulla prima casa acquistata e l’imposta di registro o IVA della casa da acquistare.
Il credito d’imposta di registro sulla prima casa è un’agevolazione personale – che prevede la coincidenza tra il soggetto del primo acquisto e il soggetto del secondo acquisto – e non può essere ceduto a terzi. Inoltre il credito d’imposta maturato non può essere superiore all’imposta dovuta per il secondo acquisto.
È importante tenere presente che il credito non spetta se il riacquisto avviene per successione o per donazione, ma si può beneficiare del credito solo se il riacquisto avviene a titolo oneroso.
Come si recupera l’imposta di registro?
Dopo aver visto cosa vuol dire avere credito d’imposta, andiamo a capire come si recupera l’imposta di registro.
Il credito d’imposta di registro sulla prima casa non si può monetizzare, ma si può usare soltanto per diminuire o azzerare alcune imposte come quelle ipotecarie, catastali, di registro, sulle donazioni o sulle successioni. Inoltre, il credito deve essere utilizzato interamente, non può essere frazionato.
Il modo più semplice per il recupero del credito d’imposta sulla prima casa è certamente quello di ridurre le imposte sul nuovo acquisto. Per beneficiare del credito d’imposta in questo modo bisognerà specificare tale volontà direttamente nel rogito della nuova casa, indicando tutti gli elementi necessari per la determinazione del credito.
Nel caso in cui invece non si voglia o non si possa utilizzare il credito d’imposta con questa soluzione, lo si potrà usare per ridurre altre imposte in sede di dichiarazione dei redditi. È anche possibile utilizzare il credito di imposta per ridurre le imposte sui redditi delle persone fisiche o per altre compensazioni: in particolare, in diminuzione dell’Irpef da pagare in base alla prima dichiarazione successiva al nuovo acquisto, o in compensazione con altri tributi e contributi dovuti tramite il modello F24 (in tale circostanza il codice tributo da utilizzare è 6602).
In ogni caso, va ricordato che il credito d’imposta cade in prescrizione dopo 10 anni.