Quando si decide di vendere, acquistare oppure affittare una casa, molte sono le cose da considerare, tra le quali l’opzione di rivolgersi ad un’agenzia immobiliare anziché procedere da privato. Il percorso che porta ad una transazione immobiliare di successo può rivelarsi infatti particolarmente impegnativo, soprattutto se non si conoscono nel profondo le dinamiche che regolano il mercato immobiliare.
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La scelta di rivolgersi a dei professionisti del settore aumenta le possibilità che domanda e offerta si incontrino in breve tempo, ma è indispensabile ricordare che, qualora l’agenzia riesca a trovare un acquirente e quindi finalizzare la compravendita, ci saranno delle commissioni da pagare.
Ma come si calcolano le provvigioni dell’agenzia immobiliare e cosa rientra in questa spesa? Come cambiano le tariffe di mediazione nelle varie aree d’Italia? Facciamo insieme un punto.
Cosa rientra nelle commissioni per la mediazione immobiliare
Il compenso da pagare corrisponde a una percentuale del valore dell’immobile che è stato venduto. La normativa applicata ad oggi non stabilisce però una somma esatta, dal momento che è a carattere discrezionale dell’agenzia.
La media nazionale delle provvigioni di agenzia è il 3% più IVA. In linea generale la commissione applicata parte da un minimo del 2% più IVA a un massimo del 5% più IVA, a seconda delle caratteristiche dell’immobile e della sua posizione. Nonostante dunque il panorama delle tariffe risulti essere piuttosto diversificato, la Camera di Commercio ha fornito
una serie di percentuali orientative su base regionale.
A chi spetta il pagamento dei costi dell’agenzia immobiliare incaricata? Secondo quanto stabilito dalla Cassazione, con la sentenza n. 24950/16, a far fede è ciò che è riportato nel contratto.
Il presupposto da cui si parte è che l’agenzia immobiliare, in quanto figura
professionale, assume una posizione terza di mediazione, rendendo un servizio a tutte le parti coinvolte indipendentemente da chi ha firmato il mandato. Anche l’acquirente dovrà dunque dover far fronte a queste spese anche se l’incarico all’agenzia è arrivato dal venditore.
Percentuale agenzia, come variano sul territorio italiano
Come abbiamo accennato poco fa, non esiste una percentuale fissa applicata dalle varie agenzia immobiliari, in quanto può variare a seconda dell’immobile, delle contrattazioni personali tra le due parti e dalle diverse aree italiane in cui si trova l’immobile.
È sempre buona norma, prima della firma dell’incarico all’agenzia, consultare la guida della Camera di Commercio che indica le percentuali orientative che sarebbe giusto applicare, anche se tali quotazioni non sono vincolanti per l’agenzia.
Riportiamo qui di seguito l’elaborazione sui dati prodotti dalla Camere di Commercio per la compravendita di immobili urbani:
Nord
Molto variabili le percentuali applicate in Lombardia, che vedono proprietario e acquirente pagare il 2%-3%+IVA sul prezzo di vendita nelle province di Bergamo, Brescia, Mantova, Pavia e Varese. Su Como e Milano si può arrivare tra il 3% e il 5% + IVA per parte.
In Piemonte, e in particolare a Torino, ciascuna parte dovrà calcolare una spesa del 3% sul prezzo di vendita, ad eccezione delle province di Asti, Novara e Alessandria che si attestano mediamente su un 2%. Diversa la percentuale applicata in Valle d’Aosta per acquirente e venditore; ad Aosta il venditore dovrà calcolare un 2% mentre l’acquirente l’1%.
Tra il 2% e il 3% sul prezzo di vendita dovranno mettere in conto entrambe le parti in quasi tutte le province della Liguria e in particolare a Genova dove mediamente siamo sul 3% + IVA per parte. Simile la situazione nel Friuli Venezia Giulia, che vede Udine e Pordenone applicare una provvigione media in funzione del prezzo di vendita del 2%,
mentre a Trieste arriva al 3%. Variabile anche in Veneto, con Padova, Verona, Vicenza e Treviso con percentuali intorno al 2%+IVA, mentre a Venezia al 3%.
Molto vario anche quanto accade in Emilia Romagna, dove a Bologna e a Parma viene applicato un 3% +IVA sul prezzo di vendita per ciascuna parte, mentre a Modena e Piacenza la percentuale per l’acquirente si fa più bassa in funzione del prezzo di vendita.
Centro
In Toscana la percentuale mediamente richiesta dalle agenzie sul prezzo di vendita per entrambe le parti si posiziona in media sul 3%+IVA. Segnaliamo nello specifico il 3%+IVA a Firenze e tra il 2% e il 3% a Pisa, Siena, Lucca e Livorno. Più bassa la commissione media nelle Marche, che si contraddistingue per essere piuttosto omogenea su tutto il territorio e pari al 2% sempre più IVA per ciascuna parte.
Nel Lazio la tariffa di mediazione in quasi tutte le province si posiziona sul 2% per entrambe le parti, fa eccezione Roma dove la commissione è tra il 3% e 4% + IVA per parte. Latina e Fiumicino dove invece varia tra il 2% e il 3%.
Sud e isole
A Pescara e L’aquila, ma più in generale in Abruzzo, le provvigioni delle agenzie per ciascuna parte di collocano tra il 2,5% e il 3%. Simili in Campania, con Napoli che registra un 3%+IVA per parte in funzione del prezzo di vendita e una cifra variabile tra il 2% e il 3% a Salerno, e in Puglia, con Bari e Lecce con il 2% o il 3% sul prezzo di vendita per venditore e compratore, e in Calabria con Catanzaro e Reggio Calabria dove viene applicata in media una provvigione compresa tra il 2% e il 3% +IVA.
Più basse quelle applicate in Basilicata, dove spicca l’1% a Matera e Potenza.
In Sicilia, e in particolare a Catania e Palermo, la provvigione media richiesta è al 3% +IVA sul prezzo di vendita finale per ciascuna parte, mentre in Sicilia e a Cagliari nel dettaglio può variare tra il 2% e il 3%.
Costo di agenzia sugli affitti
Come abbiamo accennato in precedenza le commissioni di agenzia devono essere pagate anche alla stipula di un contratto di affitto. In linea generale la provvigione corrisponde ad una mensilità.
In città come Roma possono salire al 10% +IVA del canone annuo, che pagheranno proprietario e affittuario. A Milano si può arrivare al 15% +IVA del canone su annuo in base alla posizione ed al taglio dell’immobile.